La notizia del licenziamento del direttore della Feltrinelli di Latina ha provocato una vera e propria polemica. Infatti, negli ultimi anni, lo store presso via Diaz è diventato un vero e proprio punto di riferimento culturale, dove si organizzano eventi ed importanti presentazioni di libri.
Il dissenso cittadino
Il licenziamento di Massimo Bortoletto è stato accompagnato da un forte dissenso, che è stato manifestato soprattutto via social. Particolarmente toccanti sono state le parole di Dario Petti, editore specializzato prevalentemente in storia locale: “Provo un enorme dispiacere, professionale e umano. Latina perde moltissimo, Massimo era riuscito a tirare su uno splendido spazio sociale e culturale, in un territorio difficile, ostico per simili imprese, ma la sua libreria era sempre piena, tra presentazioni di libri, incontri con autori, scrittori, editori, poeti, artisti, giornalisti, musicisti, attori, intere scolaresche, cittadini in cerca di evasione o di regali. Un luogo di crescita civile. Grazie per tutta la disponibilità, l’amicizia e il sostegno che hai dato a me e a tanti altri, per tutto quello che hai fatto per la tua città con il tuo lavoro. Per ora ti mando solo un grande abbraccio, ma spero con tutto il cuore ci possa essere per te un nuovo inizio, lo meriti tutto e saremo in tantissimi ad esserti vicino come tu lo sei stato con noi, forza Massimo!”.
Tante persone a favore di Bortoletto
Oltre a quanto postato da Dario Petti, interessanti sono anche le parole della scrittrice Rossana Curturan, che si è rivolta direttamente alla Feltrinelli: “Cari ‘Signori Feltrinelli’ qualunque siano le vostre motivazioni vi è sfuggita la stoltezza di questa scelta! Se esisteva una Feltrinelli a Latina, nel meglio che potesse significare – e parlo al passato perché questo è – esisteva soprattutto grazie al suo direttore”.
Sara Cinquegranelli, invece, ha scritto: “C’era solo un posto a Latina in cui si faceva cultura seriamente: la Feltrinelli diretta da Massimo Bortoletto. Un uomo di cultura, gentile, aperto ad ogni iniziativa potesse portare un briciolo di conoscenza in questa città nera e per lo più ignorante. Addirittura ci ha permesso di fare presentazioni con Agende Rosse e Scorta Civica per parlare di Trattativa, il Caso Moro, il caporalato e non solo. Insomma, questo Gigante buono era riuscito a far crescere un posto accogliente in cui ti sentivi a casa“.
L’angoscia di Massimo Bortoletto
Alcuni giorni prima del licenziamento Massimo Bortoletto, l’ex direttore dello store Feltrinelli di Latina, è parso angosciato, in quanto aveva capito che si stava per compiere qualcosa di spiacevole. Infatti, nonostante l’impegno profuso negli 8 anni che si è trovato a capo della Feltrinelli, è stato licenziato.
Una vera e propria missione quella di Massimo: portare la cultura in città. Con tutti si è sempre dimostrato disponibile e pieno di iniziativa, tant’è che in poco tempo è riuscito a trasformare una libreria di firma in un vero e proprio ritrovo culturale.
A nulla è servito l’intervento di sindacati che hanno cercato di impedire che la decisione dell’editore si avverasse. In queste terribili ore, Bortoletto ha ricevuto tantissime telefonate di solidarietà e post sui social, i quali però non riescono a cancellare l’amarezza di quanto accaduto.